domenica 31 dicembre 2017

Il giorno del bilancio

Sembra quasi inevitabile che arrivati in questo giorno dell'anno, ci si fermi e si tiri un bilancio dell'ultimo anno trascorso.

Per la mia psiche, per la mia testa incasinata  potrebbe essere deleterio, ma nella tempesta che affronto anche questo deve far parte di una delle tappe che non devo evitare ma superare con tutte le forze.

Come descrivere quest'anno? Ho provato a trovare l'aggettivo giusto ma non l'ho trovato.
Ho fatto mille cose che mi hanno dato energia ma l'ultima parte è stata catastrofica se guardo ai pilastri che hanno sempre retto la mia vita.

So che non è facile interpretare il mio pensiero: del resto come diceva qualcuno potremmo parlare delle stesse cose senza mai comprenderci in fondo.

Diciamo che se c'è stata una prima parte dell'anno fatta di soddisfazioni, gioia, un viaggio meraviglioso a NY con il mio compagno/marito, la seconda parte ha visto il mio lento spegnermi e cadere nella spirale di quel male oscuro di cui nessuno parla per paura: la depressione.

A nulla è servito ad aggrapparmi a tutto ciò che di positivo avevo avuto fino ad allora: mi si è oscurata l'anima ed è stata una discesa in questa dimora di silenzio, paure, rabbia nei miei confronti, senso di fallimento.
Inutile raccontare quante cose ho messo in discussione sopratutto su e con me stesso.
L'inizio della psicoterapia e con l'aiuto dello psichiatra ho cominciato a galleggiare ma sono in alto mare: quasi 20 anni di scelte, sbagliate o giuste che siano state, delusioni, dolori, difficoltà che devo rianalizzare, destrutturare e ricollocare con il giusto peso nella mia testa, nella mia vita.

Non posso dire che quest'anno sia totalmente negativo, ma punto il dito sugli ultimi 5 mesi che mi hanno stravolto, travolto, annientato anche se in apparenza sembro il Saso di sempre: eppure so che ho dei vuoti che devo colmare per poter ritornare a vivere.
Per ora sopravvivo prendendo le giornate così come vengono, non riesco a far progetti, sorrido se riesco a sentire da dentro una piccola luce che illumina il mio tunnel (ben arredato direi...nota sarcastica),  e se non sorrido è perchè non sento nulla.
La cosa negativa è che nemmeno riesco a piangere, per quanto mi si dice che faccia bene: ma è come se avessi solo una distesa desertica dentro di me.

Ho dato un taglio a tutto ciò che mi sembrava superfluo in questo momento: ma sarà la scelta giusta?

Cosa sarà del nuovo anno?
Per ora ho molta paura di affrontare il mio percorso psicoterapico, ho paura di questa rabbia che rivolgo verso me stesso sempre per qualsiasi cosa accada, addossandomi colpe che forse non sono nemmeno mie.
La mia fragilità mi fa molta tenerezza e allo stesso tempo mi inquieta: sarò mai così forte da affrontare tutto quello che mi aspetta domani e poi tra qualche mese e poi negli anni?

Per molti io sto meglio, ma è facile dissimulare, far finta che tutto va bene: ho sempre mentito a me stesso per 20 anni raccontandomi di aver superato tutte le delusioni e i dolori che mi sono capitati...forse non dovrei mai confutare quell'affermazione, ma il mio essere preoccupato per gli altri mi porta a fare il commediante.

Dovessi descrivermi mi sento come un vulcano sull'orlo di deflagrare come una bomba: mi aiuta lo stabilizzatore d'umore a cercar di star tranquillo ma ci sono momenti in cui vorrei solo buttarmi a letto, avere silenzio attorno e dormire per giorni in attesa che qualcosa dentro di me cambi.
Ma questa è utopia, devo solo prendere il coraggio a due mani e affrontare tutto: attraversa la tempesta e spera che la sabbia non ti accechi....

E dopo il primo passo, la palestra, provo con un secondo passo: preparare almeno uno dei due esami di gennaio...vedrò quanto io possa reggere la pressione.
E se dovessi rendermi conto che non ce la posso fare, lascerò per sempre il sogno di laurearmi.
Il terzo passo sarà capire cosa fare con il mio lavoro, ma credo che per ora devo affrontare una cosa per volta per non incasinarmi di nuovo il cervello.

Il mio labile equilibrio mi fa camminare su quel filo del rasoio che basta poco perchè io faccia 1 passo avanti e 10 indietro.
Quindi prima l'università e poi penserò al lavoro.

Buon 2018 a tutti e che sia migliore per tutti.

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