lunedì 15 gennaio 2018

ansia

Scrivere è un pò come mettersi a nudo.
Anche se prendi cerchi di prendere le distanze dai tuoi racconti o dalle composizioni che di getto scrivi, dentro ci sei anche tu.

Quanto poi ci sia di realtà o finzione questo è dato saperlo solo a chi scrive ma vi assicuro c'è sempre tanto di verità: verità forse nascoste a noi stessi, nel profondo che non vediamo o non vogliamo sentire.

Immancabilmente mi ritrovo a scavare nel profondo per far sentire quell'emozione che provo quando ho in testa 1 idea: e sei lì a trovare dentro di te le parole giuste per dare forma a quel sentimento....che è già provato, che è mio...e quindi dentro quelle parole ci sono io.

E quando manca l'ispirazione significa che c'è una stagnazione emotiva, qualcosa che blocca e che non lascia incanalare quell'energia creativa.

Da un paio di settimane mi sento di nuovo così....come se avessi fatto dei passi indietro invece di progredire nella battaglia al mio male oscuro.
Troppo sonno, troppo pigro, umore instabile e in attesa.
In attesa della psicoterapia.
In attesa della conferma della mia aspettativa senza retribuzione.
In attesa di definizione di cose importanti per la mia vita.

Attendo con troppa ansia molte cose che dovrebbero definirsi questa settimana

domenica 14 gennaio 2018

lasciala andare come va

Arriva quel momento.
Sì proprio quello in cui non dai più credito alle parole, non guardi più oltre quella siepe, verso l'infinito, alla ricerca di un significato nascosto..
..no, guardi le tue mani che sanguinano per tutte quelle volte che ti sei arrampicato su inutili macigni che poi si sono adagiati sul cuore...
ti guardi in uno specchio e non riconosci più chi sei...
i tuoi occhi sono spenti, il tuo sorriso lo hai dimenticato...
Solo allora arriva quel momento..
..il momento in cui come un pazzo devi sorridere di te stesso e della situazione e non puoi far altro che cominciare a camminare per ritrovarti...
...lasciando per strada ogni macigno...
..e per ogni macigno ci sarà un dolore che ti strazierà ma se avrai la forza sai che alla fine ritroverai chi sei (Saso)

Ad un grande amore

Quando ti diranno che l'amore è un gioco per duri e che vince solo chi fugge
Quando ti faranno male usando l'amore
Quando useranno parole dolci come fiele per usare il tuo corpo e poi buttare il tuo cuore
Quando l'amore ti apparirà l'esperienza più brutta che possa mai capitarti...
Guarda negli occhi il tuo cane e capirai che l'amore vero...
Non ha bisogno di far male,
Non ha bisogno di parole,
Non è un'esperienza di dolore.

giovedì 11 gennaio 2018

this is me


elucubrazioni mattutine

Non so se sia deleterio fare considerazioni appena svegli.
Alle 6.30 dopo aver avuto difficoltà a dormire.
Oppure lascio passare un pò di tempo, prendo i miei 5 caffè e poi scrivo...

...sto elaborando....sto elaborando....sto elaborando.....

Ho elaborato e di certo non resisto.
Questa mattina consideravo le lenzuola che sono sul mio letto: al cambio le butterò via.
Da quando le ho messe, cioè 4 giorni, dormo male (non che sto periodo dormissi benissimo) ma non riuscivo a capirne la motivazione.

Poi ho ricordato che  queste lenzuola sono legate ad una pessima e orrenda fase della mia vita: quella dell'imbecille (non faccio il nome ormai da anni) e credo che questa cosa a livello inconscio continui a segnarmi.

Non è possibile che su queste lenzuola ci dorma sempre male.
Quindi ho deciso le regalerò qui in chiesa, magari qualcuno potrà utilizzarle e dormirci.

Potrebbe essere uno di quei mattoncini che devo riposizionare per ritrovare la mia sanità mentale?
Ne parlerò con il mio psicologo: potrebbero  far parte della zavorra che per anni mi ha bloccato e aver portato via molta energia senza che me ne accorgessi
Parlo come un pazzo invasato ma sto dando una spiegazione razionale a questo malessere che viene fuori quando utilizzo sempre queste lenzuola.

L'unica cosa che mi ha consolato è che mi sono svegliato dopo aver sognato che ricky martin voleva abbracciarmi perchè ero troppo tenero e voleva dormire abbracciato a me!
Bene oggi prendo e porto a casa questa cosa...
Resto ancora in attesa di migliaia di risposte, ma ricky martin è ricky martin!

lunedì 8 gennaio 2018

Buon Compleanno

Dormo tra le tue braccia
anche se a volte la mia mente si perde.
Mi difendi
anche se a volte sono io il male che ti trovi a combattere.
Mi sorridi,
provi a scalfire la maschera di dolore.
Mi parli,
ma non ho mai parole giuste per risponderti.
Mi guardi,
e leggo la sofferenza che cerchi di nascondere.
Ti difendo,
da quella voragine di buio che si è aperta improvvisamente.
Ti parlo,
nascondendo nel silenzio la sensazione di sentirmi inutile.
Ti guardo,
e ogni giorno provo a superare uno scoglio
e se cado perdonami.
Dormi amore mio
io ho perso il sonno
sogna anche per me che tutto questo passi.

domenica 7 gennaio 2018

Infinita assenza

Le parole si sono disperse
tra le nuvole capricciose di questo cielo grigio.

Ogni piccolo gesto
è prigioniero in un piccolo ricordo
in fondo a quel cassetto disordinato.

Il respiro si è fatto più affannoso
le attese più intense e dolorose
ma l’unica certezza è che non tornerai.

Ho riempito gli spazi vuoti di piccole speranze
Ho dato voce al silenzio con la musica
ma quella porta resta sempre chiusa
il telefono non  mi avverte che ci sei tu dall’altra parte
il tuo odore è ormai scomparso dalla mia pelle.

Seguo la ragione
cerco la calma nei giorni di sempre
accendo una sigaretta
è il mio tempo che scorre attraverso di essa:
eppure tutto sembra così immobile.

Mai leggerai queste righe
Mai saprai che  gli errori non mi portano consiglio
mai il tempo avrà più lo stesso fluire
mai avvertirò una presenza come la tua infinita assenza

sabato 6 gennaio 2018

Lettera ad un'amica

Mi manchi amica mia.
Questa notte ho sognato di essere all'Università a Napoli dove ci siamo conosciuti, te lo ricordi?
Era un giorno caldo di luglio, tu dovevi sostenere l'esame di Letteratura Teatrale, io lo avevo appena sostenuto.
Eri lì.
Da lontano assomigliavi ad un piccolo uccellino spaventato, immersa nei tuoi pensieri, con il tuo viso pulito, quell'aria da sognatrice e cercavi di ripetere.
Cercavi di ricavare informazioni da chi aveva appena sostenuto l'esame, e io mi sono offerto di darti una mano con i miei appunti e con le domande che Massarese mi aveva posto.

E' stato subito amore a prima vista: non so spiegarlo ma è stato come se ti conoscessi da una vita.
Non sapevo il tuo nome, ma sapevo che in una vita passata eri già stata nella mia vita.

Da quel momento siamo diventati inseparabili, non c'era nulla che ci poteva separare: incomprensioni, amori, invidia degli altri...noi eravamo sempre lì l'uno per l'altro.

I giorni del tuo silenzio sono stati i più duri: camminavamo mano nella mano e non avevo bisogno che tu parlassi, il tuo dolore era il mio dolore ma come un piccolo clown cercavo di farti sorridere, non ti lasciavo un attimo.
Avevi bisogno di me, lo sapevo dal profondo del mio cuore e per me non esisteva null'altro: solo tu mia piccola regina.

Passati i tempi bui, abbiamo cominciato a starcene tra noi, e condividevamo musica e parole.
Ricordo i pomeriggi che mi raggiungevi dopo la radio e leggevi il mio diario, i miei racconti e ascoltavamo Mina...si piangeva assieme, si sperava assieme, uscivamo sul terrazzo nei giorni di sole e guardavamo il cielo.
Speravamo tante di quelle cose che il tempo che avevamo sembrava non bastarci mai.

Poi la vita, e la cattiveria della gente, per un pò ci ha separati...
Ma ci sono legami che il destino non può spezzare: uno di questi è il nostro.

Non ci vediamo da tempo, matteo è cresciuto e un'altra piccola donna è arrivata ad allietare le tue giornate, ma nulla sembra cambiato tra noi.
Basta un messaggio e la mia principessa mi offre il suo porto sicuro per questa nave che da tempo vaga nei mari dell'essere e non trova la sua destinazione.

Ma tu ci sei sempre come questa mattina.
Il sogno mi aveva soffocato, non ti trovavo, provavo a chiamarti e la vocina dall'altra parte mi diceva che eri andata via per sempre.

Ti ho scritto,e mi hai detto "non potrei mai andare troppo lontano da te": e tutto si è illuminato, calmato, pacato.

Stringiamoci forte come sempre: è vero, tutto apparirà più chiaro all'orizzonte.

Ti voglio bene amica mia.
Il tempo non ci separerà mai.
Buona giornata principessa.

solo una fotografia

Ho così tanto sonno che dormirei per anni.
Vorrei svegliarmi
solo quando tutto questo sarà un brutto ricordo.
Sarebbe bello poter manipolare il tempo
correre in avanti
senza dover per forza attraversare tutte le fasi di una guarigione.
Dicono che servirà a farmi crescere
ma il più delle volte avverto solo di fare passi indietro.
Ho ricominciato a fare incubi
a svegliarmi durante la notte
mantido di sudore.
Ti cerco,
non ci sei mi assale la paura
mi manca il respiro.

Non posso far altro che buttarmi sul pavimento
trascinarmi fino alla cucina come un verme
perché non ho la forza di stare sulle mie gambe
e cercare come un tossico le gocce per stare meglio.
Quei momenti sono interminabili
ma non possono essere descritti
se non come uno squarcio improvviso
che diventa una pressa su corpo e mente.
In quei momenti penso di essere matto
penso di non avere alcuna via di fuga
penso di essere alla fine della mia esistenza.
La paura, vivere con lei, che qualcosa scateni un uragano
come farlo a spiegare?
Come fare a spiegarti
che ti senti talmente debole da non voler nemmeno aprire gli occhi?
Come descrivere gli attimi successivi,
la volontà che ti manca per affrontare un altro giorno
mascherando tutto sotto il miglior sorriso
o con quella rabbia verso te stesso?
Cosa ne sa la gente di cosa ho bisogno?
Cosa ne sa di come mi sento?
Cosa ne sa che non esistono parole per descriversi?
Cosa ne sa che ti guardi allo specchio e vedi solo la tua ombra?

Cerco solo tracce di me attraverso quello che scrivo
in attesa di trovare la strada che mi porti a me.

venerdì 5 gennaio 2018

Riflessioni di una mente malata

Sai cosa diventa triste dopo un po’, il fatto di dimenticarsi, di ignorarsi.
Sembra impossibile che le persone possano dimenticare quello che attraversano insieme, eppure è quello che accade.
Non più una parola o uno sguardo.
La leggerezza diventa un peso sul cuore e ogni scambio di pensieri e parole viene costantemente cancellato, spazzato via dal tempo come orme su una spiaggia battuta dal vento.
Si diventa una goccia, piccola e inutile, in mezzo al mare: ma era questo quello che il destino aveva riservato?
Il sole non ha più senso, una foto non è più un semplice momento ma taglio sul cuore, il ricordo diventa una crepa nell’anima che a stento riesce a tenersi su.
A questo aggiungi la totale, ignobile, infima indifferenza, quel silenzio che non ha un senso, ma che in fondo è il modo più facile e da vigliacchi per andare via da ciò che sfugge al nostro controllo.
Non pensare significa non scontrarsi, non arrivare ad una decisione ma lasciare che tutto scorra nella speranza che passi.
Tornare a credere che quelle sensazioni non siano mai esistite, che non abbiano mai preso corpo.
Nessun dialogo, solo mille addii, ma mai una decisione certa e sicura: il silenzio è la cortina che è stata eretta, in una battaglia condotta sin dall’inizio tra desiderio di volare e paura di farsi male.
C’è chi la chiama difesa di se stesso, c’è chi invece la chiama paura di rischiare: una linea talmente sottile da potersi confondere, mai netta, mai vera, che cambia a seconda dei battiti del proprio cuore.
Tutto questo non è triste?
Scrivere e parlare di migliaia di sogni e improvvisamente il buio, l’assenza?
Quello che grava è l’assenza: si potrebbe fare a meno di progetti e del sesso e di qualsiasi altro appiglio che nella nostra testa ci siamo costruiti…ma l’assenza…
Non trovi che sia la cosa più brutta da regalare ad una persona?
Non rispondere ad un saluto.
Non degnarla di una semplice parola o di una telefonata.
Anche uno sguardo viene cancellato nel momento in cui nasce.
Un mondo che diventa solo un cumulo di macerie che cancelli con un semplice click.
Non si tratta mai di capire chi, cosa, come, quando; chi più e chi meno; cosa è stato detto o interpretato.
Non si tratta di rancore, che è un sentimento ancora più ignobile e inutile da provare: ci sono domande alle quali sono state date risposte e altre poste che sono rimaste sempre sospese ed è stato scelto il silenzio.
Si potrebbe all’infinito, e giuro sarebbe infinito davvero, discutere e dibattere ma se qualcuno ti manca, se vuoi qualcuno combatti e non vai via senza nemmeno chiudere la porta.
Chiudere la porta significherebbe la fine, l’accettazione da entrambe le parti di qualcosa che non sarà mai: il silenzio e l’indifferenza sono solo un gioco al massacro.
Il più debole (che non significa sia il più innamorato) soccomberà, ma il più forte cosa avrà realizzato?
Si sarà liberato da qualcosa che non ha mai voluto? Quindi è il principe delle menzogne.
Oppure avrà raggiunto il suo scopo? Difendersi?  Quindi avrà rinunciato a qualcosa a cui teneva….e questa sarebbe una vittoria o una perdita?
Sono riflessioni che faccio da un po’ di giorni ascoltando storie e pareri.
Ma sono pur sempre considerazioni di una mente poco lucida e per certi versi malata.
Il mio sistema di pensiero è fatto di bianco e di nero, di prove confutabili, di cose certe e dove si insinua il dubbio fa difficoltà a credere che ci sia una verità altra.
Resto della mia opinione: l’assenza, il silenzio, sono crudeltà che vengono inflitte e non un modo di difendersi per non farsi male.
La non risposta è una risposta? No, il non rispondere è solo una mancanza di fiducia in ciò che si è e che si vuol proiettare sugli altri, lasciando una libera interpretazione che non è null’altro che mancanza di prendere il toro per le corna e dire le cose come stanno.
E’ molto più facile accettare uno schiaffo che vivere con una porta semiaperta, stare seduti su una seggiola al tavolo e guardare se da lì qualcuno entrerà mai.

giovedì 4 gennaio 2018

Ho me

Ho scelto di percorrere questo sentiero,
Con tutte le mie insicurezze, mi accompagno al mio passato,
Lascio tutto al caso,
Non lascio alcun dolore in questo deserto.
L’immagine di me è talmente sfocata,
Che nemmeno mi accorgo di esserci,
È solo la fatica che mi dice che sono ancora qui,
La fatica di respirare,
La fatica di scrivere,
La fatica di guardare .
Mal sopporto questa evanescenza,
I convenevoli sorrisi di rassicurazione,
Le parole gettate al vento come ancore di salvezza,
Le lacrime trattenute per non sembrare debole e stupido.
Ho un corpo,
ho mani sanguinanti,
ho un cuore,
ho un’anima che urla oltre le convenzioni,
oltre l’immaginazione di chi non capisce.

Ho me.

dolore...ma cos'è?

Questa sera, disteso in divano a guardare la tv, riflettevo sul concetto del dolore.
Cosa ci porta a sentire dolore?
In sé cosa è il dolore?

Sembra banale definire il dolore, del resto tutti proviamo dolore quando ci facciamo male in senso fisico o "metafisico": eppure non sappiamo spiegarlo soprattutto quello che non entra nella sfera fisica.

Ho cercato di individuare un parte dentro di me nascosta, dove poter isolare il dolore che provo in questi giorni senza farlo espandere oltre ciò che ha già conquistato.
Ho provato a guardarlo, sezionarlo e poi assemblarlo.

Il dolore non scaturisce dalla perdita di qualcosa che crediamo ci appartenga?
Per diritto o per destino, esplode quella sensazione di malessere e poi di colpa che noi identifichiamo come dolore.
E nulla riesce a mandare via quella sensazione, non esiste un pezzo di ricambio per quel qualcosa che si è rotto dentro e che fai fatica a descrivere.
Non esiste nulla di più difficile che porre argini al mare del dolore: perché per quanto sia piccolo e infinitesimale, diventa un mare burrascoso da attraversare.
Lo nascondi, provi a dimenticarlo, ma gli scogli che costruisci vengono battuti dalle onde del dolore.

No, sono convinto che il dolore non puoi mandarlo via e puoi solo conviverci: come un bravo marinaio, imparare a cavalcare le sue onde, conoscere i giorni della marea alta e riconoscere i segni della tempesta che sta per abbattersi.

Non puoi annullarlo come se fosse l'acquisto di 1 oggetto su Amazon: no, puoi solo farlo tuo , farlo tuo alleato e conviverci tutta la vita perché non lascerà mai il posto che si è ritagliato.


mercoledì 3 gennaio 2018

one night only (jennifer Hudson)


Cosa Resta?

E ora che hai innalzato un muro di silenzio
cosa ci resta?

Cosa resta delle tue parole?
Cosa resta delle mie favole?
Cosa resta dei tuoi abbracci pieni di amore?
Cosa resta delle mie carezze sul tuo corpo?

Cosa resta dei tuoi ritorni?
Cosa resta delle mie attese?

Cosa resta delle notti passate a sognare?
Cosa resta dei giorni che portavano desideri inconfessabili?

Cosa resta?

Frasi confuse senza alcun senso
lenzuola mai più toccate e sepolte nell'armadio
oggetti buttati per esorcizzare la mancanza
un cielo blue che custodisce le speranze

ricordi che si sgretolano tra le mani.

Lo hai chiamato amore
e adesso è stato solo un gioco

Mi hai chiamato certezza
e ho solo la certezza di essere uno dei tanti

Cosa resta?

Solo l'andarsene di schiena
senza più guardarsi
senza più cercarsi
senza più sognarsi.

martedì 2 gennaio 2018

Try


Un giorno....accadde...(racconto)

Questa mattina ho smesso di sperare.
No, non ho smesso di amarti: questa malattia rimarrà sempre con me, ormai ne son certo.
E' solo che ho riposto le armi per combattere, per averti accanto a me.
Non credevo potesse succedere così.
Come il sole caldo all’improvviso dopo un temporale estivo: è stato un duro colpo e ho sentito il cuore andare in frantumi e la pelle bruciare.

La mia giornata è cominciata come sempre alle 7.30, l’ora in cui guardo se mi hai lasciato un messaggio come hai fatto quando mi hai voluto nella tua vita; ma come negli ultimi 3 mesi, nemmeno una parola.
Ho guardato il soffitto, ho respirato forte per sopprimere le lacrime e con quel briciolo di volontà, che ancora mi resta,  mi sono fatto forza e sono sceso dal letto: nulla di strano, niente di nuovo.

Sono andato in bagno e mi sono fermato davanti allo specchio: qui ho avuto il primo sussulto.
Da tempo non mi guardavo così da vicino, avevo una percezione di me molto sfocata: mi bastava sapere che per te ero erotico, sexy.
Ma di fronte a me adesso si presentava una persona che non conoscevo: il viso smunto, la barba lunga tanto da coprirmi le labbra, occhi spenti.
Da quanto tempo avevo smesso di guardarmi? Da quanto ti avevo consegnato tutto di me?
Infastidito da quell’essere rinunciatario, ho preso un rasoio e ho cominciato a dare forma al mio viso: e quello smarrimento è diventato, lentamente, un ritrovarsi dietro quella maschera di dolore.
Ho fatto una doccia ed è stato così bello sentir scorrere l’acqua sul mio corpo, una sensazione di libertà accompagnava i gesti di sempre che prima sentivo imposti.
Ho sentito un piccolo sorriso disegnarsi sulle mie labbra mentre infilavo quell’accappatoio: sì quello che hai usato tutte le volte che sei rimasto a dormire da me.
L’ho lasciato lì per mesi senza toccarlo, senza guardarlo per quella paura ancestrale che se avessi provato ad usarlo tu non saresti tornato.
Non sei mai tornato: questo mi ha fatto sorridere.
Quell’accappatoio era colorato di tutte le tue promesse eppure questa mattina era solo uno stupido accappatoio blue.

Sono andato in cucina e anche qui cosa strana non ho preparato il solito espresso doppio allungato con acqua, quello che tu ami tantissimo: era l’ennesimo modo per sentirti ancora vicino a me.
No, ho preso la mia tazzina preferita che avevo sepolto dietro le mug, e mi sono fatto il mio espresso.
E mentre vedevo venir giù il caffè, un brivido ha scosso il mio corpo e ho capito.
Ho capito che cominciavo a non sperare più.
Forse una delle poche cose che mi era rimasta, l’unico appiglio di questi mesi era lei: vana, inutile, piccola ma era qualcosa a cui aggrapparsi.
Si è sgretolata così, con naturalezza; spazzata via da una routine interrotta in un giorno di sole, un giorno come un altro.

Ho provato a salvarla mentre sorseggiavo il mio caffè sul divano guardando il soffitto, ma tutti quei motivi validi che l’avevano tenuta viva, scivolavano via.
Via dalla mia mente, via dal mio stomaco, via dalla mia pelle: sentivo la morsa delle catene allentarsi, mi guardavo i polsi e i segni adesso potevo vederli; ma li sentivo più leggeri.

Quando capirai che questa prigionia è ormai alla fine, so che ritornerai per tenermi ancora con te: ma anche se ti amerò, perché gli amori impossibili sono quelli che non ti lasciano mai, sarò già via, con un sorriso sulle labbra, con un cuore da curare e con un me da ritrovare.

No, cerca di non odiarmi ma capiscimi: ti ho atteso fino allo stremo delle forze e devo tornare a respirare, capire che ho ancora amore da poter dare, che tutte le ferite che mi hai inferto possono essere i miei trofei da esporre per non soffrire più

No, non smetterò di amarti: ho solo smesso di crederti, respirarti, idealizzarti, cercarti, viverti attraverso l’elemosina emotiva che mi procrastinavi ogni tanto.

No, ho smesso di essere la tua vittima certa e non vestirò i panni di un carnefice.


No, voglio solo riavere me stesso.

lunedì 1 gennaio 2018

NEGRAMARO - Basta così feat. Elisa (video ufficiale)

Patty Pravo - Cieli Immensi (Official Video) [Sanremo 2016]

Per amore (poesia)

Per amore, sorridi.

Per amore, respiri attraverso le sue narici.

Per amore, fai le scelte sbagliate.

Per amore, cammini nei deserti del silenzio.

Per amore, piangi nascosto dal mondo.

Per amore, dimentichi i tuoi sogni.

Per amore, impari cosa sia un compromesso.

Per amore, urli per il dolore inferto al tuo cuore.

Per amore, spargi le ceneri della tua anima nei giorni che passano.

Per amore, decidi di tagliare le ali ai tuoi pensieri.

Per amore, rinunci all’amore.
Per amore, solo per amore, gli lasci la libertà di andarsene.
Per amore, solo per amore, ti chiederai sempre se quello fosse amore.
Per amore, solo per amore, vivrai di lui dal tuo risveglio, guardando in cielo, ritrovandolo nei gesti di sempre.


Per amore...solo per amore.