giovedì 4 gennaio 2018

dolore...ma cos'è?

Questa sera, disteso in divano a guardare la tv, riflettevo sul concetto del dolore.
Cosa ci porta a sentire dolore?
In sé cosa è il dolore?

Sembra banale definire il dolore, del resto tutti proviamo dolore quando ci facciamo male in senso fisico o "metafisico": eppure non sappiamo spiegarlo soprattutto quello che non entra nella sfera fisica.

Ho cercato di individuare un parte dentro di me nascosta, dove poter isolare il dolore che provo in questi giorni senza farlo espandere oltre ciò che ha già conquistato.
Ho provato a guardarlo, sezionarlo e poi assemblarlo.

Il dolore non scaturisce dalla perdita di qualcosa che crediamo ci appartenga?
Per diritto o per destino, esplode quella sensazione di malessere e poi di colpa che noi identifichiamo come dolore.
E nulla riesce a mandare via quella sensazione, non esiste un pezzo di ricambio per quel qualcosa che si è rotto dentro e che fai fatica a descrivere.
Non esiste nulla di più difficile che porre argini al mare del dolore: perché per quanto sia piccolo e infinitesimale, diventa un mare burrascoso da attraversare.
Lo nascondi, provi a dimenticarlo, ma gli scogli che costruisci vengono battuti dalle onde del dolore.

No, sono convinto che il dolore non puoi mandarlo via e puoi solo conviverci: come un bravo marinaio, imparare a cavalcare le sue onde, conoscere i giorni della marea alta e riconoscere i segni della tempesta che sta per abbattersi.

Non puoi annullarlo come se fosse l'acquisto di 1 oggetto su Amazon: no, puoi solo farlo tuo , farlo tuo alleato e conviverci tutta la vita perché non lascerà mai il posto che si è ritagliato.


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