lunedì 27 novembre 2017

39

E siamo arrivati a 39.
Ho cominciato la mia giornata con un bel pianto: è esploso dal profondo di me.
Non era un pianto di gioia, ma solo disperazione per tutto questo caos che ho dentro e dal quale non riesco ad uscire.
Ora una mega tazza di caffè, una sigaretta tra le mani e musica a palla nelle orecchie perché cerco il silenzio in questo giorno di trambusto attorno a me.
Ho sempre vissuto questo giorno con immensa gioia, e oggi mi trovo vestito di tristezza, disperazione, malinconia.

Nemmeno l'affetto di chi mi sta attorno riesce a lenire questo mio dolore profondo.
E mi riaffido alle parole per non implodere, perché è l'unico modo che io conosca per parlare a me stesso senza che il mio cervello mi convinca di cose che non sono vere.

Mi piacerebbe tanto che per un giorno i miei sogni si avverassero, che questo manto nero che mi avvolge diventasse un cielo azzurro, una giornata d'estate con un sole splendido dove poter gioire di quelle piccole cose che mi hanno sempre fatto sorridere.

Eppure non è così: è come se la mia anima venisse squarciata secondo dopo secondo, che le mie carni venissero afferrate e graffiate senza alcuna pietà ma non vedo il mio aggressore: sento solo dolore.

Mi sono perso in questo labirinto e vorrei andare mille miglia lontano da qui, non pensare che a curare me stesso senza stare a pensare che ci son persone che si preoccupano per me.

Sarà egoistico questo mio modo di pensare?




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