mercoledì 29 novembre 2017

riflessioni

Ormai svegliarmi ad un'ora decente sembra diventato un pallido sogno.
Sveglio dalle 6, ho tentato di riaddormentarmi per svegliarmi con il mio compagno ma nulla...troppi pensieri, troppe parole che si affollano nella testa e non ce l'ho fatta.

Mi sono fatto il mio solito caffè e mi sono messo alla finestra a guardare il cielo plumbeo che copre milano da un paio di giorni: quasi a farmi compagnia, mi dà la sensazione che almeno qualcuno mi capisca fino in fondo, che senta quello che sento io.

Ieri ho ricevuto l'ennesima paternale sul mi modo di reagire a questo momento: chi me l'ha fatta ha sottolineato che non voleva essere una critica (e quindi era una critica velata da consiglio non richiesto? no sono io che ho una personalità paranoica).

Sembra proprio che io sia un'egoista che si crogiola in questa sua condizione di "depresso", che non pensa assolutamente a chi gli sta vicino, all'affetto degli altri e men che meno all'affetto del mio compagno.

Sono  rimasto effettivamente stupefatto che mi si muovesse questa critica: il mio stato è egoistico? io non vedo e non sento che le persone accanto a me soffrono?
E allora per quale astruso motivo ho cercato di non far palese il mio stato a tutto il mondo?

Come se non vedessi nulla come se pensassi solo a me stesso:  e dovrei pensare solo a me stesso, invece sono lì a preoccuparmi di cercare di stare su ma ci sono dei momenti in cui lo sconforto, la paura, la negazione di me stesso visto da dentro mi mandano a terra.

Vorrei poter far capire che l'isolamento nel quale mi butto mi serve per trovare il bando della matassa dei miei pensieri distruttivi, cercare di trovare qualcosa di positivo su cui lavorare.
Sono finito in fondo ad un sentiero e devo ritrovare la strada, ma da solo per avere più fiducia in me stesso, per sentirmi di nuovo forte, che ce la posso fare senza dover dipendere dall'esterno.

E inevitabilmente è nata una discussione con il mio compagno che si sente inadeguato alla situazione, che sente che ci stiamo allontanando, che non capisce come muoversi e che sta male anche lui: quindi aggiungiamo altri sensi di colpa a quelli che ho già.

Perchè per quanto io possa sembrare insensibile, lo so che sta male ma ci sono cose che proprio non riesco a fare perchè non ho energia per poter star dietro, perchè ai miei occhi sembra inutile.

Quindi la mia rabbia è esplosa di nuovo: so che sono rabbioso ed evito di discutere: eppure ha di nuovo tirato fuori quel suo fare egocentrico dove devo preoccuparmi ulteriormente a quello che faccio, a quello che dico, alle parole che scelgo.

Ieri sera sembravamo una coppia alla deriva che non ha nessun punto di incontro, che non riesce a trovare un compromesso in questo che è forse il momento più difficile dopo quasi 4 anni di convivenza e storia.

Come trovare una soluzione?

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