sabato 25 novembre 2017

Profumo di mare (2007)

Questo racconto è stato scritto circa 12 anni fa.
In ricordo del mio primo grande amore: quello fatto di pazzia, di magia, di istinto, che non fa progetti ma che vuole solo vivere per sé.
Eppure guardando avanti, ho sempre vissuto così i miei amori e continuo a viverli, che siano amicizie o relazioni, in modo viscerale, dipendente, senza mai porre importanza a ciò che veramente io volevo.


Questo credo sia uno spunto per partire e conoscermi: chiedermi sempre cosa io voglio e non  cosa l'altro ( o gli altri vogliono da me ).
A voi la lettura di questo breve racconto.

Eravamo lì.
L’odore salmastro del mare ci inondava. Incrociai il suo sguardo così fiero: in quel momento mi stava uccidendo.
-          Non va! Non so…cosa…forse…non va! -  sbottò.

Poche parole cominciarono a venir fuori come lacrime di un condannato a morte, già pago del suo dolore che aspetta l’ultima luce alla quale sorridere per morire.

-          E ora mi lasci solo -  respirai –qui, nel mondo dal quale volevi proteggermi. Sarò qui a combattere con la malinconia dei ricordi e tu dove sarai? Chi mi risponderà quando invocherò il tuo nome?? Chi ucciderà i silenzi delle lunghe notti? Chi ci sarà a guardarmi negli occhi quando avrò nei miei solo amore per te? -.

Cominciò ad agitarsi, il suo respiro si fece pesante. Iniziò vistosamente a sudare. Non sapeva cosa fare, non aveva la più pallida idea di quanto lo amassi.

Tremò la sua voce.

-          Ti amo! – e una spada attraversò il mio essere – ora non puoi comprendere ma il tempo cancellerà questa deleteria passione per me…e il mio nome sarà il nulla -  pianse – non mi chiamerai più amore! Sarò solo odio, dolore, infausto destino..sarò…-.

Le mie braccia soccorsero la sua anima alla deriva, le sue mani mi sfiorarono.
Esplose il mio cuore.

-          Non ho mai saputo cosa fosse l’amore – bisbigliai – solo ora capisco…è fiele che ti invita e dolcemente ti uccide -.


Guardai la foto di noi.
La riposi sul cruscotto della sua auto.
Scesi, mi guardai attorno.
Ripresi i pochi resti di me, li riposi in un’ultima lacrima e varcai la porta dell’inferno.

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