domenica 26 novembre 2017

Silenzio

Ormai soffro di insonnia da mesi: riesco a dormire qualche ora di notte: nemmeno i sonniferi riescono a tenere a bada questo cervello che elabora qualsiasi informazione.
Detta così sembrerebbe che io sia un piccolo genio: niente di più falso, ho solo mille cose che si affollano in testa e che non mi lasciano mai.
Vero che poi cerco di dormire nel pomeriggio (quando posso) o che crollo mentre guardo qualcosa in TV, ma una volta che mi desto per andare verso il letto il supplizio del guardare il soffitto o comincia subito o vine rimandato di qualche ora: puntualmente alle 6.00, occhi sbarrati e cervello a mille.

Questa mattina mi son svegliato, puntualmente alle 6.15  con un strano motivetto nelle orecchie e una frase letta ieri che mas o meno (scusate se uso qualche espressione spagnola ma mi diverte usare qualcosa di una lingua che conosco) diceva così "io ti regalo il mio silenzio perché non avrò nulla di te...ma il mio silenzio è il mio amore per te".
Il pensiero era molto articolato ma il sunto era questo: e ci ho riflettuto tutto il giorno, anche durante i miei esercizi in palestra (altra strada di riabilitazione per me stesso, prendersi cura del proprio corpo).
Il motivetto che ho associato a questo pensiero è una canzone di  qualche anno fa di Birdy "Skinny Love" che in tanti conosceranno ( per i meno addetti i lavori metterò il link perché è spettacolare sia il video sia la sua voce sia la canzone che se non erro dovrebbe essere un rifacimento...poi indagherò).

La domanda che mi sono posto è: ma davvero regalare il silenzio è la più alta forma di amore.
Anche facendo tutte le congetture del caso, esprimere le proprie emozioni non sarebbe la cosa migliore per nn implodere?

Il silenzio è stato il mio compagno fino a ieri e con lui accanto non ho trovato risposte a ciò che chiedevo ma solo domande su domande ed è stato come impazzire.
Perché ci chiudiamo nel silenzio? Perché non combattere per un sentimento che sentiamo nel profondo, che ci scuote?

Ho come la sensazione che troppo spesso noi stessi diamo per scontato che le situazioni siano imbalsamate in una realtà che non può essere sconvolta da nessun tipo di uragano: eppure la mia mente è stata privata di tutte le sue certezze sin dalle fondamenta per una serie di motivi che si sono accumulati negli anni, nei mesi, nei giorni.

Ho perso fiducia prima in me stesso, poi nelle mie relazioni con l'esterno, poi nel mondo che mi circondava e alla fine ho odiato me stesso fino a farmi del male perché credevo che fosse l'unico modo di scuotermi per far riemergere dal silenzio chi penso di essere.
E dico penso, magari ho un'idea di me talmente alta e sbagliata che io son questo: umorale, rabbioso, privo di scrupoli, incapace di lasciarsi amare, un fallito, privo di qualsiasi possibilità di provare sentimenti per qualcosa o qualcuno.

Ecco il silenzio cosa ha prodotto in me: un'immagine che non so se sìa realtà o menzogna.
E vivo in bilico tra ciò che credo e ciò che sento: ma una risposta all'esterno non riesco a chiederla perché son tremendamente spaventato: e se scoprissi che sono chi non penso di essere e che ho sempre rifiutato?

Ed ecco che torno al silenzio: non credo sia la forma più alta di amore (per sé o per gli altri) ma credo che sia solo un  modo per difendersi da qualcosa che potrebbe far più male di una realtà costruita ad arte: ad esempio io ti amo, tu non mi ami, io non te lo dico e ti vivo in silenzio e così non soffro.

E invece la sofferenza è amplificata anche se al momento può sembrare che non sia così: io nel silenzio mi sono ubriacato e mi sono ritrovato a dormire su un pavimento freddo, sperando che quel dolore forte che sentivo mi uccidesse,non si facesse sentire.
Ero sin troppo cosciente che psicofarmaci e alcool (2 ottime bottiglie di Aglianico) mi avrebbero provocato qualcosa e ci ho sperato per smettere di veder soffrire chi mi è vicino; ma soprattutto per vigliaccheria e non ammettere che vivo, ancora in questo momento, nel caos più totale perché non ho ancora trovato una direzione.

Ci provo costantemente ogni giorno, e quando penso di aver trovato una chiave per poter leggere gli eventi della mia giornata avviene qualcosa che mi fa tornare sui miei passi: e c'è da ricominciare.

Ma la variabile di questo momento è che se all'inizio mi sono abbandonato alla disperazione e ho lasciato il sentiero, adesso alla caduta corrisponde una mia reazione: mi rialzo e provo a camminare sanguinante, lacerato ma continuo.
Perché nessuno sa nel mio intimo cosa provo o quanto sanguino: ho imparato a dissimulare per fare in modo che nessuno possa preoccuparsi oltre il dovuto perchè questo è un momento solo ed esclusivamente mio nel quale provo a far male il meno possibile a chi mi sta vicino.
Certo non è facile, qualche conseguenza si paga ma tento di limitare danni e feriti e lascio ferire me perché è da quelle ferite che viene fuori quanto di più vero ho dentro....forse questo blog è una delle tante ferite aperte, come i miei racconti o le mie poesie.

Il silenzio, alla fine, può essere la sola risposta al non soffrire?

Skinny Love - Birdy

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